New Orleans - Lem56

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Quando ci si riferisce al jazz di New Orleans lo si intende spesso in modo generico associandovi musicisti affermatisi in epoche diverse e non sempre necessariamente legati alla tradizione dello stile.
Questa confusione, per altro tutta propria della città di New Orleans, crocevia di commerci, razze, interessi e culture diverse, è dovuta sicuramente al fatto che i musicisti delle prime brass band di inizio secolo erano neri e totalmente privi di conoscenze musicali: non ci hanno lasciato nessuno spartito. In più, nonostante le tecniche di registrazione fossero solo agli inizi, le case discografiche non erano interessate alla musica di quelle band di colore. Non a caso il primo brano di jazz registrato è del 1917, si intitola Indiana e sarà inciso da un band bianca!!!
In questo modo la musica di Buddy Bolden, Freddie Keppard e Buck Johnson è rimasta "muta". Rivive attraverso i rifacimenti che saranno realizzati negli anni 30/40 per opera di musicisti che avevano vissuto in diretta l'esperienza dell'hot-jazz o tramite le testimonianze sonore di Kid Ory, di King Oliver o di Louis Armstrong che inserirono nel loro repertorio brani musicali nello stile di New Orleans.

Il termine jazz, jasm o jass, ha un'origine incerta ed è fonte di continue discussioni. Una teoria lo attribuisce allo slang (dialetto) dei neri che lo utilizzava come espressione volgare. È pur vero che questo termine non era in uso a New Orleans, vi arriverà verso il 1917. Diciamo che con jazz s'intendeva una musica diversa dalle marce e polke in voga in quegli anni.

Il jazz nacque a Neuf Orléans poi New Orleans, città francese venduta nel 1803 da Napoleone Buonaparte alla Luoisiana. Alla fine dell'800 la città era diventata una delle più importanti degli Stati Uniti favorita dalla sua posizione sul delta del Mississippi che le consentì di diventare un punto d'incontro di varie culture e soprattutto un grande centro commerciale: Congo Square era la piazza sede della compravendita degli schiavi.

Dopo la Guerra di Secessione (1861-1865), con l'abolizione della schiavitù e della legge secondo la quale i neri non potevano tenere e usare strumenti musicali (si temeva che con il loro suono comunicassero messaggi segreti, incomprensibili al padrone bianco!) molti ex-schiavi si ritrovarono a New Orleans riuniti in piccoli complessi. Avevano trovato sul mercato a prezzi molto bassi strumenti a fiato che l'esercito confederato in fuga aveva abbandonato sui campi di battaglia o provenienti dalle disciolte bande musicali militari. Naturalmente non conoscevano la musica e nessuno li istruì sul come utilizzarli, suonavano a orecchio, per imitazione e suonavano le melodie che conoscevano: blues e ragtime.

Si costituiscono brass band formate in genere da cornetta (poi tromba), clarinetto (poi sax), trombone questi formano la "front-line" a cui si aggiunge una sezione ritmica costituita da banjo (poi chitarra) basso tuba (poi contrabbasso) e percussioni. Le brass band accompagnavano feste, parate, balli anche funerali, quando si esibivano nel quartiere di Storyville, ghetto nero teatro di violenze, rapine e delitti vari, usavano anche il pianoforte. Le musiche proposte si basavano sulla tradizione blues o sulle melodie alla moda del ragtime.

Durante l'esecuzione, per variare la ripetizione del tema, molti musicisti presero a modificare la loro parte secondo l'estro del momento: improvvisazione.
L'improvvisazione sarà, è il tratto distintivo di tutta la musica jazz.

Buddy Bolden nel 1905, fu l'artefice dello stile hot-jazz o di New Orleans. Caratterizzato da un'improvvisazione collettiva della front-line, un’esecuzione polifonica in cui la cornetta/tromba è impegnata a condurre il tema principale mentre il trombone esegue un controcanto e il clarinetto tiene insieme armonicamente le due parti, il tutto scandito dal ritmo sincopato di banjo, tuba e percussioni. Dopo la parte polifonica, che si ripete a ogni eventuale nuovo tema, seguono gli assoli dei fiati, singole improvvisazioni, sono presenti i breaks quando la banda tiene una pausa collettiva cui risponde una veloce frase di uno dei fiati della front line. Infine a chiudere il brano la ripresa collettiva del tema principale. Ne risulta uno schema che può variare da ABA¹ a un più complesso AABBACCDD se il brano è più legato ad un ragtime preesistente.

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