Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band - Lem56

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Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band

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Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band   

Pubblicato il 1 guigno 1967 (mono - stereo)
Riedito in CD rimasterizzato (ADD)
Registrato tra ilgennaio e l'aprile del 1967
Sgt. Pepper's lonely heart's club band-With a little help from my friends-Lucy in the sky with diamonds-Getting better-Fixing a hole-She's leaving home-Being for the benefit of Mr Kite- Within you without you-When I'm sixtyfour- Lovely Rita-Good morning good morning-Sgt. Pepper's lonely heart's club band(reprise)-A day in the life



Il momento è importante, la musica sta prendendo nuove svolte, i Beatles ci offrono un lavoro dei più espressivi.  Sgt. Pepper è ricco di elementi nuovi, di nuove osservazioni, di sonorità che aprono il varco alla sperimentazione, in ogni sua forma.
Ogni brano ha qualcosa di proprio da raccontare, è una parata di personaggi che trattano dei propri dubbi (With a little help from my friends), delle proprie solitudini (She's leaving home), delle costrizioni (Fixing a hole), del tempo che passa (Good morning good morning, When I'm 64), del proprio immaginario (Lucy in the sky with diamonds); il cielo con i diamanti in cui fluttua Lucy è stata una delle tantei polemiche sorte nel mondo dei Beatles. L’LSD è stata confermata da più fonti come “strumento” di ispirazione dei Fab Four nel secondo periodo della loro carriera artistica.
Da un punto di vista prettamente musicale, i suoni cambiano, gli strumenti sono tanti diversi e trattati in modo nuovo. In "A day in the life", uno dei pezzi più espressivi, l'orchestra riesce a creare la sensazione d’infinito e di ascesa e insieme di caos. Un momento di musica che non trova riscontro migliore se non nell'ascolto diretto.
E' un album che si può definire "concept", perché è effettivamente strutturato come una sfilata di personaggi, più specificamente la banda dei cuori solitari di Sgt. Pepper.
Questo disco non è solo "un buon disco", è di più: il "varco" verso un tipo di musica che subirà molte contaminazioni e sperimentazioni, evolvendo subito in psichedelia e accavallandosi con il rock progressivo.

E' il 1 giugno 1967, da questo momento la musica pop cambia definitivamente aspetto e contenuti: esce "Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band", ottavo album dei Beatles in soli cinque anni! Si può capire tutti i tratti rivoluzionari di questo lavoro solamente ascoltando la musica di quegli anni; basta ascoltare il rock and roll americano anni '50 e il beat inglese dei primi '60, suo figlio legittimo. Con Sgt. Pepper's i quattro ragazzi di Liverpool si permettono di rigirare come un guanto la musica contemporanea. Parafrasando la politica, si potrebbe dire che hanno fatto un colpo di stato, instaurando un regime agli antipodi col precedente.
E' il primo concept-album della storia del rock: c'è un filo conduttore, infatti, che rende il lavoro unitario e logico.
Siamo in un teatro... brusio degli spettatori... l'orchestra accorda gli strumenti in sottofondo (sublime!), sta per iniziare lo spettacolo, attacca il primo pezzo dal titolo omonimo all'album. A suonare non sono i Beatles ma la Sgt. Pepper's Club Band che si presenta al pubblico con un brano rockeggiante e divertente e al termine lancia Billy Shears (Ringo Starr) nel pezzo successivo "With a little help from my friends"; da notare che tra le due tracce non c'è pausa, ma un continuum, e da sottolineare, oltre a due versi enigmatici di Lennon - "What do you see when you turn out the light/I can't tell you, but I Know it's mine" - l'adozione di una forma prossima al dialogo, quasi un'intervista.
Segue un pezzo storico di Lennon: "Lucy in the sky with diamonds", divenuta celebre perché qualcuno lesse tra le righe la sigla LSD, ipotesi che è avvalorata dal testo fantastico in una tessitura narrativa fatta d’immagini, tipiche delle visioni acide di chi ha fatto uso di sostanze allucinogene. Una canzone che diverrà, nella memoria collettiva, una sorta di affresco dell'era psichedelica, superbamente sottolineato dal video a cartoni animati di "Yellow Submarine".
McCartney firma le successive "Getting Better" e "Fixing a Hole", entrambe ispirate da eventi della realtà quotidiana, anche quest'ultima fu soggetta a interpretazioni in chiave "stupefacenti" a causa del verbo "fix" che in slang indica il bucarsi. "She's leaving home" è anch'essa frutto della penna di McCartney: lo spunto fu preso da una notizia del Daily Mirror sulla fuga di casa di una ragazza; McCartney ne fece una canzone sulla solitudine (molte analogie con la "Eleanor Rigby") e sulla incomprensione generazionale, un tema assai sentito in quegli anni; i versi sono di grande impatto emotivo e si arricchiscono di una vena amaramente sarcastica, grazie ai contrappunti del ritornello, e agli accorati commenti dei genitori, opera di Lennon.
La genialità di Lennon viene ancora a galla con "Being for the benefit of Mr. Kite!", con il testo ripreso da un manifesto circense dell'età vittoriana; la musica è coinvolgente e trascinante e si sviluppa come una spirale che lascia stordito, disorientato: sembra quasi di essere trasportati all'interno della pista mentre tutt'intorno si esibiscono giocolieri, clown e artisti circensi. L'unico contributo di George Harrison all'album è "Within you without you", un pezzo senz'altro distaccato dal resto dell'album, non solo stilisticamente, ma anche perché vi parteciparono sopratutto musicisti esterni, specialmente indiani, suonatori di sitar; l'esperienza legata alla meditazione trascendentale è dichiarata, Harrison, infatti, è rimasto fino alla sua morte un convinto praticante della cultura orientale.
Decisamente particolare è l'atmosfera di "When I'm sixty-four", in stile vagamente cabaret anni 50, con un basso molto secco e una tuba in sottofondo che sottolinea i versi. La canzone fu dedicata al padre di McCartney, che aveva appena compiuto 64 anni. Dello stesso McCartney è "Lovely Rita", anche in questa occasione l'ispirazione era venuta dalla vita reale, da un'addetta ai parchimetri che lo aveva multato qualche mese prima: nacque così la storia d'amore sbocciata sul luogo della contravvenzione. Lennoniana è invece "Good Morning, Good Morning" ispirata dalla pubblicità dei Cornflakes Kellog's, la realizzazione del brano procedette accumulando elementi e ponendoli secondo l'idea di ricostruire la storia di una giornata, non senza riferimenti criptici.
La penultima traccia è uno degli elementi più caratterizzanti del disco, è la cosiddetta "reprise"; che verrà utilizzata da tantissimi altri gruppi in seguito e che dà un senso di continuità all'album; è la ripresa del brano d'apertura con un testo differente eccettuato il ritornello. E' un fulmine a ciel sereno, un "coupe de theatre" costruito intelligentemente e senza il quale l'intuizione dell'album avrebbe perso consistenza.
La Sgt. Pepper's Club Band torna sul palco per congedarsi dal suo pubblico e per ringraziarlo per essere intervenuto, il pezzo finisce tra gli applausi ai quali si attacca il capolavoro di tutto l'album, "A Day in the Life", che vede la luce dal dualismo Lennon/McCartney. Una chitarra acustica apre su un testo che si snoda con una struttura insolita, una sequenza di nuclei narrativi sviluppati secondo un'idea circolare; è la parte scritta da Lennon, che s’ispira a un fatto realmente accaduto, ovvero la morte di un deputato della camera dei Lords in un incidente stradale. Naturalmente il tutto è rivisto nel tipico non-sense Lennoniano, aggiungendo riferimenti al suo film antimilitarista "How I Won The War". Alla fine della strofa, scompare la base ritmica originaria, sostituita da un magnificente crescendo di orchestra che si conclude con un pianoforte che batte un tempo più veloce della prima parte, la voce di McCartney si inserisce e spezza il tema precedente in una atmosfera più rarefatta, fumosa, che rende benissimo il relativo testo. Il ritmo, swingeggiante e leggermente "in levare", segna un senso di dinamicità e rottura rispetto al precedente, ma riesce magicamente a ricondurlo senza forzature e contraccolpi all'interno della ritmica originale in cui si svolge l'ultimo verso, ancora cantato da Lennon. Segue quindi, ancora una volta, il crescendo orchestrale, che arrivando allo spasimo si conclude con un accordo di pianoforte suonato violentemente che scema in dissolvenza. Una dissolvenza di moltissimi secondi a cui si dovette lavorare per giorni, dal momento che non esistevano diavolerie elettroniche per produrre quello che oggi può fare chiunque, anche con le tastierine per bambini, ma che allora richiedeva moltissime ore di lavoro, di ingegno e di intuizioni. Nonostante ciò, non sempre il risultato è perfetto. A un ascolto attento, verso la fine della dissolvenza quando il suono si affievolisce, si sente un fruscio di fogli e lo scricchiolio di una sedia, rumori che i tecnici non sono riusciti a eliminare nel mixaggio finale.
L'album non si conclude così, alla fine di questa dissolvenza si può ascoltare un fruscio più marcato, ultrasuoni avvertibili solo dagli animali, e dopo questo fruscio arriva un "loop" di suoni e voci senza alcun significato; questo loop era stato inserito nel solco di uscita del disco in vinile. Questo espediente avrebbe consentito a chi possedeva un giradischi vecchio modello di sentire il suono ripetuto all'infinito finché qualcuno non avesse tolto la puntina dal disco, e a chi possedeva un giradischi più moderno di ascoltare un'esplosione di suono pronta a interrompersi quando la puntina tornava automaticamente al suo posto, alla fine del disco. Sul formato cd si può ascoltare solo qualche secondo di questo loop, che poi viene dissolto.
"Sgt. Pepper's" esprime appieno il clima di cambiamento e di anticonformismo che si viveva in quegli anni, i Beatles stravolsero ogni regola e con quest’album rivoluzionarono anche il lavoro in studio di registrazione che divenne lungo ed estenuante, ma originale e creativo come mai prima era accaduto.
I testi abbandonano le tipiche tematiche adolescenziali e il sempre verde binomio "cuore-amore" per affrontare temi introspettivi, rapporti con i fan, esperienze "metafisiche" ed eventi direttamente vissuti dai protagonisti o riscontrabili nelle cronache dell'epoca.
E' opinione comune, ed empiricamente verificabile, che da allora nulla suonò come prima: non esisteva questo tipo di elettronica applicata alla musica, e trovare suoni nuovi, "far suonare una chitarra come un piano e un piano come una chitarra" (Ringo) era un' impresa assai ardua. Per esempio, per creare una voce diversa venivano immersi i microfoni dentro bottiglie d'acqua piene, oppure si cantava in posizioni scomode, così da comprimere la cassa toracica e ottenere una voce del tutto peculiare. Fa poi il suo ingresso in pompa magna l'orchestra applicata al contesto pop-rock, sulla falsariga di quanto già sperimentato (ma con risultati assai meno entusiasmanti) dai Moody Blues: il crescendo di "A day in the life", infatti, fu realizzato da ben 160 elementi.
Anche la copertina è significativa: una copertina completamente a colori e distribuita nella stessa versione in tutto il mondo (era una rarità all'epoca); il termine "album" è coniato proprio per "Sgt. Pepper's" e da "Sgt. Pepper's", il disco infatti si apre come un album fotografico e al suo interno sono presenti foto, testi e addirittura gadget. La foto della frontcover è piena di riferimenti più o meno criptici: i Beatles hanno voluto dietro di sé i personaggi che avevano segnato la loro vita, ma non mancavano molti riferimenti inquietanti quali Timoty Leary (il teorico dell'LSD), Adolf Hitler, Aleister Crowley (il padre del satanismo moderno) e le piante che cingevano la scritta Beatles ai loro piedi erano piantine di marijuana.
Una produzione senza precedenti, insomma, sia dal punto di vista estetico sia da quello contenutistico. Un'accuratezza e una precisione nei particolari che non era mai stata vista in un prodotto di intrattenimento "popolare" destinato al consumo di massa. Con "Sgt. Pepper's" la musica pop si sdogana finalmente dal ruolo marginale, accessorio e meramente leggero che l'aveva caratterizzata fino allora ed entra a pieno titolo nelle forme dell'opera d'arte.

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