Ballets Russes - Lem56

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Ballets Russes

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Ballets Russes

Fu un vero ciclone per la moda europea l’arrivo a Parigi dei Ballets Russes di Sergej Diaghilev. Bastò una Saison Russe perché tutta Parigi s’innamorasse perdutamente dell’opulenza slava che i balletti di Michail Fokin declinavano con raffinatezza sulla scena. I costumi di Leon Bakst, Alexander Benois e poi Natalia Goncharova, imposero alla moda occidentale, ancora costretta in silhouettes neoclassiche e palettes delicate, un nuovo universo di linee capricciose e colori fauves.
(da un articolo di Vogue)

Pirotecnici e sfavillanti, i costumi dei Ballets russes rappresentano ancora oggi un esempio meraviglioso di creatività, capace di dar vita ad un perfetto equilibrio tra forma e colore, suggellando un incastro innegabilmente riuscito tra sublime e grottesco. Nati dal genio di Sergej Diaghilev, i Balletti russi rapirono per oltre vent’anni il pubblico parigino influenzando sensibilmente moda, costume e tendenze del primo Novecento. Con i Balletti russi, Parigi e il mondo circostante assistettero ad una spirale vorticosa fatta di danza, teatro, musica e moda che ancora oggi non smette di stupire. Coreografie come quelle di Shehérazade, per esempio, ispirarono le maggiori case di moda, designer e architetti cambiando la cifra stilistica di un intero paese, che abbandonò le figure neoclassiche costrette in linee sottili dalle pallide nuance per rifugiarsi in un’esplosione di colori e curve voluttuose. George Balanchine, Mikhail Fokine, Mathilde Kschessinska, Tamara Karsavina, Anna Pavlova. E ancora, Pablo Picasso, Henri Matisse, Claude Debussy, Igor Stravinskij, Gioacchino Rossini, Coco Chanel, riuscirono dunque a dar vita a una magistrale fusione tra la moda e le arti sceniche creando una tendenza in cui l’attenzione ossessiva per il dettaglio diventò il nodo cruciale. Bisogna dunque arrivare agli inizi del XX secolo e al genio di Sergej Diaghilev per trovare una manifestazione concreta dei passaggi reciproci tra la moda e la danza scenica che apriranno inevitabilmente la via alle avanguardie storiche rivoluzionando la storia dell'arte, della fotografia e della moda stessa.
(di Chiara Pittavino Vague)

I Balletti Russi furono fondati nel 1909 dall'impresario russo Serge Diaghilev.
L'organico della compagnia comprendeva i migliori ballerini provenienti dal Teatro Bolshoi e dal Teatro Mariinskij.
L'intento iniziale di Diaghilev fu di esportare l'arte Russa nell'Europa Occidentale, ma subito la genialità dell'artista, fusa con quella di artisti italiani, francesi e spagnoli, portò alla creazione di un'équipe composta dai più importanti personaggi dell'epoca del calibro, per citarne alcuni, di Picasso, Claude Debussy e Vaclav Nijinskij.
Inizialmente le coreografie furono di Michel Fokine che si dimise quando Nijinsky coreografò Il Prèlude à l’après-midi d’un faune per tornare poi nel 1913 quando Nijinsky fu licenziato in seguito al matrimonio con una danzatrice della compagnia. Poi le coreografie furono affidate a Léonide Massine, in seguito a Bronislava Nijinska (sorella di Vaslav) e George Balanchine, che fu l'ultimo coreografo dei Balletti russi.
L’idea di fondo di Fokine, pubblicata a stampa sul Times di Londra nel 1914, era sintetizzata in cinque punti sui quali doveva poggiare il balletto del novecento:
1- Creare nuovi passi che fossero corrispondenti al soggetto trattato e non passi stereotipati.
2- Il mimo e la danza dovevano servire all'azione drammatica e non essere usati come semplice divertissement all'interno di una pantomima.
3- L'uso dei gesti solo quando richiesto espressamente dallo stile del balletto.
4- Il corpo di ballo doveva essere espressivo nella sua interezza e non un semplice ornamento.
5- Unione della danza con le altre arti

La direzione artistica dei balletti russi fu curata da Léon Bakst, il cui rapporto con Diaghilev risaliva al 1898, quando egli, Diaghilev e Alexander Benois fondarono la rivista d'avanguardia 'Il mondo dell'Arte'. Insieme svilupparono una forma di balletto più complessa, con elementi spettacolari tesi a far presa sul grande pubblico. Il richiamo esotico dei Balletti Russi influenzò i pittori fauves e il nascente stile Art Déco.
Comunque, per ogni scelta era importantissimo l'apporto personale di Diaghilev, che mirava da un lato a riproporre i balletti classici e dall'altro a crearne di nuovi, al passo coi tempi, lavorando con i migliori artisti in ogni campo. Non essendo né musicista, né scenografo, né coreografo egli fu principalmente un animatore, un organizzatore attorno a cui ruotava il lavoro degli altri. In ogni sua scelta dimostrò sempre intuito e convinzione nel proprio giudizio estetico. È qui sta la grandezza dei Ballets Russes, è qui che risiede quella di Diaghilev: dare voce all’arte d’avanguardia mettendo a disposizione i fondi per la rappresentazione di uno spettacolo da realizzarsi senza vincoli. Una manna per qualsiasi artista, figuriamoci per quel frullatore d’idee perennemente in ebollizione che era la Parigi artistica di quegli anni.

L'anno è il 1917. L'arte metafisica ha già fatto il suo ingresso nel panorama artistico contemporaneo, così come il manifesto del futurista e, ben prima, il cubismo picassiano de Les demoiselles d’Avignon. Nel 1917 l'arte e il teatro si fondono magistralmente grazie alla cooperazione di Balla e Stravinskij.
Balla metterà in scena volumi plastici e asimmetrici, creando scenografie e costumi per la partitura musicale di Igor Stravinskij. Sulla scia del dinamismo futurista, la danza entra anche nell'immaginario di Fortunato Depero il quale punterà su una ricerca più legata all’astratto, mentre il coreografo Massine formulerà Parade, balletto nato da un’idea di Jean Cocteau e musicato da Satie. Il sipario di Picasso creato appositamente per il balletto, presenta acrobati, musicisti e pagliacci mentre tra i costumi emerge un cavallo dalla chiara stilizzazione cubista. Parade - con il suo esprit nouveau - si districava sinuosamente tra suoni, gesti, grida, rumori, musica, danza, poesia, pittura e multipli decori, in una gioia sensuale e ricca di vitalità.
(di Chiara Pittavino Vague)

L’elenco degli spettacoli è lungo, è soprattutto ricco, ricco di arte moderna perché ogni spettacolo vede la collaborazione di musicisti (Stravinsky, Debussy, Milhaud, Satie, Respighi …, letterati (Cocteau su tutti), pittori (Picasso, Braque ....) e naturalmente i coreografi dei Ballets Russes.


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