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Intonarumori
Secondo il vocabolario Treccano gli intonarumori sono mezzi fonici inventati e costruiti dal futurista Luigi Russolo nel 1913. Erano 30, riuniti in un rumorarmonio, sufficienti a governare le 6 «famiglie di rumori» dell’orchestra futurista: 1 rombi, tuoni ecc.; 2 fischi, sibili ecc.; 3 bisbigli, mormorii ecc.; 4 stridori, scricchiolii ecc.; 5 percosse su metalli, legni, pelli ecc.; 6 voci di bestie e di uomini.
Russolo nell’Arte dei Rumori scrisse: “Bisognava rompere questo cerchio ristretto di suoni pieni e conquistare la varietà infinita dei suoni - rumori”.
Gli intonarumori sono macchine musicali in grado di modulare un rumore, l’intento è quello di riprodurre la grande varietà di suoni della città e delle macchine della vita moderna. Furono il primo tentativo di sintetizzare un rumore precorrendo di quarantanni le tecniche di registrazione e montaggio della musica Concreta e i primi sistemi di sintesi elettronica del suono (vedasi i centri di fonologia musicale europei degli anni cinquanta).
Russolo realizzò una ventina di diversi intonarumori divisi per timbro, proprio come in orchestra. Le famiglie erano: gorgogliatori, crepitatori, urlatori, scoppiatori, ronzatori, stropicciatori, sibillatori, scrosciatori ciascuna delle quali comprendeva a sua volta i registri: soprano, contralto, tenore e basso.Ogni strumento era formato da un parallelepipedo di legno con un altoparlante di cartone o metallico nella parte anteriore. Il suonatore schiacciava bottoni e spostava leve per mettere in funzione il macchinario e controllarne le dinamiche. All'interno degli intonarumori c’erano lastre di metallo, ingranaggi e corde metalliche che erano fatte vibrare. Le tensioni delle corde erano modificate dal suonatore che, glissando sulla corda, generava note.
In sostanza erano delle raganelle dei
tric trac, complicati e il principio era quello della cartolina che sbatte contro i raggi della bicicletta in questo modo mentre si pedala sembra di usare un motore!?.
Uno strumento meccanico limitato, il massimo che potesse realizzare Russolo utilizzando la meccanica. Altro sarebbe stato se avesse potuto sfruttare l’elettronica: il fisico sovietico Leon Thérémin nel 1919 inventò uno strumento in grado di produrre suoni sfruttando l’elettromagnetismo, purtroppo, sebbene in Russia sia viva una forma di futurismo locale, il theremin risultò sconosciuto a Russolo il quale realizzò altri strumenti: il rumorarmonio capace di produrre sette rumori diversi con dodici progressioni e l’arco enarmonico.
Due filmati nel primo vediamo e ascoltiamo una ricostruzione di intorumori presso il museo Colecao Berardo di Lisbona. Nel secondo
ci vengono presentate le parti interne di un intonarumori e le diverse possibilità di variazione meccanica/sonora.
Purtroppo gli intonarumori andarono tutti distrutti nei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Wladimiro Dorigo, già direttore dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia, nel 1977 volle riportare in uso gli strumenti di Russolo per la Mostra “Russolo/L’arte dei rumori 1913-1931”. Affida il compito al professor Pietro Verardo, appassionato di strumenti antichi che concretizza le indicazioni contenute nel brevetto n°142066 depositato l’11 gennaio 1914 all’ufficio brevetti di Milano, ricostruendo quattro intonarumori (crepitatore, gracidatore, ululatore, ronzatore-gorgogliatore).
In seguito la Biennale ricevette diverse richieste di prestiti dei quattro intonarumori, da Musei ed Esposizioni di tutto il mondo, per questo nel 2002, Pietro Verardo, utilizzando nuovi documenti di progettazione delle macchine di Russolo, avviò la ricostruzione dei modelli mancanti.